sabato 23 febbraio 2013

Il voto (in)utile e democratico

 Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare.
 (Mark Twain)

"Voi potreste essere l'ultima generazione a cui è possibile ribellarsi. Se non vi ribellate potrebbero non esserci più opportunità: l'umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot. Quindi ribellatevi, finché siete in tempo."
(Osho)

E' tempo di rivoluzione... Non in punta di piedi, nella forma pacata e civile di Ingroia: fosse stato un altro momento l'avrei anche votato, ma è fuori tempo, fuori spazio, fuori luogo: andava bene all'interno di un idilliaco contesto democratico quale non siamo più, se mai ci siamo stati veramente dentro... e se ancora ci vogliamo considerare al suo interno, ci siamo puramente nella forma... Per quanto la democrazia è essa stessa un'ideale utopistico verso il quale si tende e mai si raggiunge, oggi siamo ai limititi dello svuotamento di questa parola, uccisa nella sua culla greca...
E' tempo di rivoluzione, e rivoluzione implica in sé un minimo di violenza, seppure verbale: implica un "basta!!!" deciso ed energicamente esclamativo; implica un "vaffanculo" altrettanto forte e sentito; implica delle scelte poco diplomatiche, non comprese, impopolari, quali ad esempio quella di non fornire il pass ai giornalisti italiani, complici, lacché al servizio di vermi, a loro volta striscianti al servizio di chi tira la corda intorno al nostro collo e ci racconta che è per il nostro bene... Confrontarsi... con chi, e perché? Con i cittadini, certo, ma dove sta scritto lo si debba fare nei salotti televisivi al veleno che vedono la creazione o lo smantellamento di personaggi e lo spostamento dei gradimenti sapientemente condotta dal di parte conduttore di turno della tv politicizzata? E confrontarsi con chi? Con Berlusconi? Monti? Bersani? Casini? Maroni? Siamo seri... per favore. 
E' tempo di rivoluzione, e nessuno di noi la vorrebbe mai armata. Ma mettiamo subito in chiaro una cosa: il Movimento Cinquestelle avrà un consenso rilevante alle elezioni, ma non sarà incidente. Sarà, anzi, il predestinato capro espiatorio, fatto a pezzi dal circolo mediatico di nota proprietà.
La piazza di San Giovanni in Roma (del populista), dal vasto colpo d'occhio delle grandi occasioni e dalla variegata ed eterogenea moltitudine di totmila persone, tra le più tranquille che abbia mai visto riunirsi, avente sul palco una serie di giovani rappresentanti provenienti "dal basso", tanto volenterosi, preparati e ricchi di buone intenzioni, quanto apparentemente ingenui di quanto li attende, non sarà essa stessa rivoluzione... E' un dire "ci sono...", è un atto meramente dimostrativo, probabilmente l'ultimo, per dire: "ho capito... e non ci sto!!!". E' soprattutto un dovere verso se stessi, la propria dignità, verso le generazioni future, alle quali bisognerà spiegare dove eravamo, cosa stavamo facendo, e come ci siamo sbattuti per evitare che la nostra sovranità, i nostri beni, i nostri diritti ci fossero tolti da sotto i piedi lasciandoci nell'indigenza e alla mercé di un pensiero unico neomercantile che ci riduce a numeri... a questa umana follia che autodistrugge con il pianeta che la ospita... 
A questo e a non altro può essere utile questo voto nei confronti di un'alternativa radicale di pensiero e prospettiva di vita: unica visione concreta che ci viene offerta nel panorama al quale siamo condotti a forza illudendoci di stare scegliendo... Questo voto, qualunque esso sia, non sarà utile allo stato della nostra democrazia, alla sovranità già compromessa e quasi totalmente ceduta (già persa quella monetaria): il punto di non ritorno è stato già toccato sottoscrivendo criminali fiscal pacchetti che ci consegneranno, legati mani e piedi, più di quanto non siamo già stati consegnati, venduti, marchiati e infiocchettati ora. Siamo solo alle battute finali di tutta questa brutta e patetica farsa...

E' tempo di rivoluzione, e questo voto, comunque, non sarà sufficiente...

Non credo più in questo popolo... Non credo più in questa nazione che corre dietro allo sventolìo di una busta contenente il rimborso Imu come fosse il suono di un piffero da seguire nel burrone... Non credo nemmeno più alla rivoluzione stessa, ed al fatto che ce ne possa essere una vera: questo paese non ha la spina dorsale e non si muoverà nemmeno di fronte alla fame nera... 
Abbiamo fallito, siamo la generazione dei falliti... ed avevamo l'aggravante di un esempio al di là del mare, ma abbiamo voltato le spalle... Avevamo l'informazione che potevamo andarci a cercare con le nostre mani, e non l'abbiamo voluta esaminare... Avevamo delle coscienze da svegliare, e siamo rimasti sopiti... perché Sanremo è Sanremo...

Ma no, che sto dicendo...: questa è democrazia! Andiamo a votare, lo stiamo scegliendo... Stiamo cedendo con le nostre mani tutto quello che abbiamo, e lo stiamo facendo per il nostro bene... e quel tizio che urla... sì, lui sì è il vero pericolo democratico...

Sono la matricola n.1687568... e sono un uomo libero, in questo nuovo mondo.

E non ricordo più quello che stavo dicendo...
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