sabato 9 gennaio 2010

Mondo Facebook: d'importanza sociale.

PROLOGO:

In una "piazzetta" di facebook, dialogo qualunque in un giorno qualunque:


Ale dice: "chiedo scusa se sono noiosa..
Io vorrei parlare di cose carine, di gossip, cose belle insomma .... ed evitare di parlare di questa brutta e antipatica attualità, politica, ambiente, legalità.... moralità...
uffa! questo imperativo morale che mi spinge a farlo è proprio monello e cattivo... eppure anch'io sono cresciuta con mediaset... com'è possibile??... "
Anto risponde: "Ho letto un libro :LA BOLLA, di Curzio Maltese. Spiega come l'Italia sia divisa in due, mezza Italia è piu' felice, perche' vive dentro la bolla, si sente leggero, protetto come un bambino, in un mondo dove sono scomparse le faccende complesse e noiose. Osserva quelli dal basso e ride. Chi guarda la bolla dal di fuori si preoccupa, si incazza, sa che nn è fascismo, ma svuotamento della democrazia diffusa nei palazzi delle istituzioni come nelle teste dei cittadini.
Noioso/a è chi ti osserva dall'alto di quella bolla, incapace di capire quello che succede alla nostra Italia, incapaci di capire che tutto quello per cui hanno lottato i nostri avi sta andando perso, nn sara' semplice uscirne."
Io: "bisogna che lo leggo questo libro..."
ecc...
Alcuni dei concetti di cui parlerò sono validi per l'intera blogsfera, ma Facebook costituisce in sé, per l'impatto e il contributo sociale anche indiretto che ha determinato, un fenomeno di cui vale la pena parlare singolarmente.
Quanti hanno colto l'effetto che questo social network ha avuto nelle nostre vite? Forse pochi.
E quali motivi ci hanno spinto, o spingono molti, ad iscriversi?
Ricercare compagni di scuola, amici persi nei meandri del tempo, mantenere contatti con persone lontane o che si erano già iscritte e ti hanno invitato a farlo: questo ha introdotto i più a questo "mondo".
Ma poi cosa ci ha offerto? Test in tutte le salse, dai più seri (pochi) ai più folli e goliardici, giochi-applicazioni di vario tipo... a volte fino alla nausea e sollecitate dai propri "amici", dove "amico" acquista qui un significato più ampio e generico di quello utilizzato nel quotidiano: spesso è una persona che è entrata nella tua orbita per affinità, ma che non hai mai guardato negli occhi.
Guerra di bande, Farmville, baci, abbracci come se piovesse... chi è in facebook sa di cosa sto parlando e sa anche che a volte il "cazzeggio" può andare a noia:



Dopo un po' che ci si intrattiene in queste attività ludiche, ci si può anche chiedere perché ci si è iscritti, tanto più che la privacy non è il forte di questo network e in fondo se non ci si era frequentati con alcuni in passato ci sarà anche stato un buon motivo!
Ma facebook è altro: ha avuto il grande merito di catalizzare la gente comune, anche quella che con il pc aveva poca dimestichezza, facendo sì che "mondo facebook" diventasse l'estenzione del mondo reale. Spesso il tuo amico era l'amico di un amico, anche perché questo contenitore virtuale si comporta come un vero e proprio animatore che tende all'espanzione e alla condivisione delle amicizie e dei dialoghi. In breve tempo la rete delle tue amicizie si ritrova inaspettatamente ricca, e tu ti ritrovi invece ad invitare altre amicizie del "mondo reale": "ma come, non sei su facebook? Dai che c'è anche Gino, Pino, Lino... te lo ricordi Lino? Su che condividiamo con loro pensieri, video, articoli" e anche il cazzeggio, perché no? Così la piattaforma diventa di volta in volta "via" per un saluto, "piazzetta" per uno scambio d'idee, "piazza" per un dibattito contenente una folla animata da un unico ideale (gruppi), ma sempre costituita da una vastità eterogenea di individui. Al giorno d'oggi, chi ne è fuori si sente tagliato da un mondo che comincia a riversare i suoi effetti nelle strade asfaltate "ma come, non sei su f-e-i-s-b-u-k? non hai saputo di quel gruppo, di quell'iniziativa?" "ehm... no, sigh!".
La connessione di amicizie innesca il potenziale di qualcosa di socialmente più complesso di riflesso agli obiettivi primari che facebook si era prefisso: la conoscenza di persone per affinità di pensiero, lo scambio di informazioni e la contaminazione delle idee che circolano in un moto orizzontale sfuggendo alla "logica verticale" di chi detiene il potere mediatico.
Persone che individualmente evidenziavano un disagio, elaboravano concetti non graditi ai governanti, hanno scoperto di non essere sole ed hanno cominciato a dialogare tra loro organizzandosi, contandosi, promuovendo.

Il brano di una canzone di Silvestri dice:
"L'unico miracolo politico riuscito in questo secolo è che gli schiavi si parlassero, si assomigliassero, perché così faceva comodo per il mercato unico e libero: però così succede che gli schiavi si conoscono, si riconoscono. magari poi riconoscendosi succede che gli schiavi si organizzano e se si contano... allora vincono"
Il miracolo politico involontario di cui parla Daniele Silvestri vale anche per quanto è riuscito a questo social network, che ha visto nascere gruppi di libera informazione là dove in Italia questa cominciava largamente a latitare. Così ecco comparire Informare per Resistere o Informazione Libera... solo due esempi di diffusione d'informazione proveniente prevalentemente da un mondo blogger altrimenti troppo chiuso in se stesso e che invece adesso, grazie a facebook, può raggiungere porzioni di popolazione che non sarebbero mai entrate in contatto con determinati pensieri. Non a caso nasce, cresce, si sviluppa su questa piattaforma il popolo viola.
Non mi dilungherò sul fastidio che questo mondo virtuale (e la sua informazione) sta dando ai politici governanti e non, adottanti da sempre il divide et impera nell'ignoranza generale dei fatti. In genere questi rappresentanti del popolo sono abituati a dare in pasto alla massa bolle di sapone e nel web le bolle scoppiano meglio che altrove. Basti pensare che la rete è mediaticamente demonizzata e la si vuole mettere in briglia quanto prima e con ogni mezzo, questo anche "grazie" all'effetto facebook. Prima di esso il web e il suo potenziale tendeva a rimanere di nicchia, molto raramente era riuscito il passaggio dal monitor alla piazza e se questo era avvenuto era dovuto all'iniziativa di personaggi noti e carismatici.
Quegli "stati", sorta di sms in cui si comunica in facebook: dal proprio umore alle proprie considerazioni, dalle battute alla telecronaca della propria vita minuto per minuto... Quei video: estrapolati in maggioranza da youtube e pubblicati sul proprio profilo... Quegli articoli: pubblicati da giornali o blog... Alcune immagini: proprie o di vignette... Tutte queste cose contengono in seno (insieme al "cazzeggio") un pericoloso virus contagioso e rivoluzionario: il pensiero... e capita prima o dopo di caderci e rimanerne infettati, peggio ancora di diffonderlo!

Se doveste abbandonare la tv, accendere un pc e frequentare facebook... fate attenzione!!



P.S.: il libro del prologo è "La bolla - la pericolosa fine del sogno berlusconiano- Curzio Maltese - Feltrinelli 2009".

P.S.2: Il libro l'ho poi comprato e letto: lo consiglio!

P.S.3: Non conosco nessun Gino, Pino... tantomeno Lino.

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